Ho il piacere di condividere con voi una bella storia che è per me un grande esempio di resilienza, di bellezza e di speranza. Tutto ha inizio un paio di mesi fa nel bar accanto la cattedrale di Piana degli Albanesi, dove ho visto entrare un giovane ragazzo con un sorriso vero, sincero e semplice che ti entrava subito nel cuore. Mentre sorseggiavo il mio caffè un avventore mi svelò il suo nome: Vito Matranga e mi spiegò chi fosse la sua famiglia, scoprendo con sorpresa che si trattava del figlio di una coppia che conosco bene e cui sono legato da un filo di lontanissima parentela. La stessa persona mi fece intuire che il ragazzo avesse un qualche deficit e mi disse che dipingeva icone.
La seconda notizia ovviamente mi colpì e così decisi, nel pomeriggio stesso, di chiedere ulteriori informazioni sulle abilità pittoriche del giovane Vito a Papas Jani Stassi, rettore del Santuario di Maria SS. Odigitria, che mi raccontò di questo ragazzo che dipingeva con molta passione e dedizione nella casa della nonna e che andava a bottega dall’iconografo Giuseppe Barone.
Queste informazioni che venivano dal mio amico Papas, ovviamente mi spinsero a conoscere Vito e l’occasione si presentò alla fine di un concerto di un coro di donne Kosovare che vivevano in Svizzera. Ebbi modo di incontrare lui con la mamma ed il papà cui chiesi la cortesia di mostrarmi le icone dipinte da loro figlio.
La settimana scorsa si è presentata l’occasione di vedere una parte delle icone create da Vito Matranga e devo dire che ne sono rimasto ammirato perché ho scoperto questa storia bellissima che merita di essere condivisa con tutti voi.
In effetti già a cinque anni il piccolo Vito manifestò inequivocabili segni di dislessia dell’apprendimento, ed un grave deficit cognitivo che venne subito colto dalla famiglia, che prontamente reagì, facendo seguire il bimbo con estrema cura ed attenzione.
Nel contempo Vito manifestò anche una chiara attitudine al disegno e disegna sempre e quello che disegnava non era cosi elementare ma piuttosto elaborato e raffinato, considerata la sua età e la sua condizione.
Da quel momento Vito fu messo al centro della famiglia e tutti lo seguirono e lo accompagnarono nel suo percorso di crescita con estremo amore, trovando un grande sostegno anche nella scuola elementare e soprattutto nella scuola media.
Arrivata la scelta della scuola superiore, i genitori, con il parere favorevole degli specialisti e la piena approvazione di Vito, scelsero di iscriverlo in un liceo artistico, dove Vito trovò subito un ambiente a lui congeniale perché poteva fare quello che amava di più, disegnare.
Tra i suoi disegni iniziarono a comparire le icone, a lui familiari perché frequentava diverse parrocchie in Piana degli Albanesi.
I genitori volendo assecondare questa inclinazione, contattarono il maestro Spiridione Marino che lo prese a bottega e dove scoprì l’arte sacra. Ancora i genitori, quando il maestro Marino decise di ritirarsi a vita più privata, cercarono un’altro maestro iconografo sperando che questo potesse prenderlo con se. Entrò così nella bottega del maestro Giuseppe Barone, noto iconografo che realizza opere che si trovano in tante chiese ed in preziose collezioni private. Il maestro Barone si dimostrò fin da subito molto sensibile e vide in lui una mano che sicuramente potrebbe realizzare opere di arte sacra, che porteranno in se un messaggio ancora più importante proprio grazie alla condizione un pò speciale di Vito.
In poco tempo in effetti Vito con la autorevole guida del maestro Barone che ha un atteggiamento anche un pò paterno, acquisisce una tecnica che migliora ogni giorno di più.
In una delle parrocchie Vito Matranga incontra Fratello Vito Petta un concittadino e soprattutto un convinto sostenitore della Missione Speranza e carità di Biagio Conte. Così il nostro artista entra in contatto con Fratel Biagio, che conosceva già le doti dell’artista grazie alle parole del confratello Petta. Un giorno Fratel Biagio chiese di vedere le icone del giovane e quando Vito Matranga aprì il contenitore con le icone, Fratel Biagio ebbe un’espressione di meraviglia perché la prima icona che vide era quella che lui desiderava e di cui solo lui sapeva. Fratel Biagio commissionò a Vito Matranga delle icone che non è mai riuscito a vedere ma che oggi si trovano nella Sua Missione.
Se avete avuto la pazienza di leggere fino a questo punto sono certo che questa storia vi abbia toccato dentro. A me ha toccato il cuore perché è la storia di un ragazzo meraviglioso che vince e supera i limiti di un deficit cognitivo grazie alla bellezza ed in questo caso specifico alla bellezza ed alla misticità dell’arte sacra Bizantina.
E’ la storia di solidarietà vera e sincera, è la storia di un esempio concreto di senso di comunità dove artisti e uomini laici vicino alla chiesa si uniscono insieme per realizzare qualcosa di bello.
Visitpiana è stata profondamente ispirata da questa storia di resilienza e si impegna a sostenere l’arte e la forza di Vito Matranga con un progetto di diffusione di questo meraviglioso esempio di forza della bellezza ed oltre a mettere a disposizione il proprio Marketplace online organizzerà una personale dell’artista la domenica di Pasqua in Piazza Vittorio Emanuele.
Adesso vi chiedo di aiutarci condividendo questa storia ed incoraggiano Vito, acquistando una delle sue icone che trovate in questa pagina o nel nostro shop.
Salvatore Vasotti
Founder/director
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