Questo sito come sapete è nato per la valorizzazione del patrimonio culturale del territorio di piana degli Albanesi, che rappresenta un unicum straordinario e che merita ogni nostro impegno.
Oggi vogliamo parlarvi di un sito che è poco conosciuto ma che è di grande interesse archeologico e storico: la necropoli tardo-romana in contrada S. Agata. Questo sito insieme a Monte Jato rappresenta un vero tesoro da scoprire.
Vi aspettiamo
Salvatore Vasotti
©️ visitpiana.com
Gli scavi archeologici del 1988 effettuati dalla Soprintendenza di Palermo hanno fatto emergere, in contrada S. Agata, una necropoli tardo-romana. Il sito è ubicato a circa 35 km a sud di Palermo, tra Piana degli Albanesi ad ovest e la rocca di Marineo ad est, una zona centrale per i collegamenti tra la costa settentrionale e quella meridionale della Sicilia. Le poche notizie storiche disponibili consentono di formulare l'ipotesi che la zona possa essere identificata con la statio di Pirama, luogo di sosta lungo l'asse viario interno tra Agrigentum-Panormus. Le campagne di scavo, dirette dall'archeologa Caterina Greco, hanno permesso l'esplorazione dell'esteso cimitero sub divo. A valle della necropoli, è stato altresì identificato un insediamento che documenta come l'area fosse abitata, senza soluzione di continuità, dall'età ellenistica al medioevo. Le tombe, a cassa litica di forma rettangolare o trapezoidale, sono ricavate nella tenera faglia marno-gessosa, propria della collina. Sui lati brevi, le sepolture sono rivestite da lastre infisse a coltello, sui lati lunghi da muretti formati da lastrine o piccoli blocchi quadrangolari e chiuse da un lastrone monolitico, ricavato dalla roccia di sfaldamento, sul quale era elevato un "tumulo" press'a poco rettangolare, costituito da una massicciata di grosse pietre cementata da malta biancastra, spessa fino a 70 centimetri. Il rituale funerario è caratterizzato dalla presenza del corredo sempre deposto all'interno della tomba all'altezza della testa e delle spalle dell'inumato. Questa disposizione del corredo rispecchia una consuetudine praticata anche nel cristianesimo e largamente documentata in numerosi cimiteri sub divo ritrovati, tra i secc. IV e VI. in Sicilia. Di norma il corredo è composto di tre o quattro oggetti: il bicchiere di vetro, la brocca in ceramica comune o anch'essa in vetro e infine la lucerna. A questi elementi talvolta se ne accompagnano altri come fibule, orecchini e bracciali.
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