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Scopri Piana degli Albanesi: la Cappella di "Santa Maria dell'Angelo"

Aggiornamento: 4 lug 2022

La fretta ed il correre, molto spesso ci distrae dalle bellezze e dalle storie che incontriamo sulla strada che percorriamo. Questa affermazione si adatta perfettamente ad una Cappella anzi a due Cappelle che desideriamo farvi scoprire.

Si tratta della vecchia Cappella di Santa Maria dell'Angelo in Piana degli Albanesi che a causa della costruzione di una bretella di collegamento di una strada provinciale spinge Papas Stefano Plescia a promuovere la costruzione di una nuova Cappella a circa centotrenta metri di distanza.

Oggi come vedrete dalle foto, la nuova Cappella necessita di molta cura e di immediati interventi di manutenzione per non compromettere le sontuose opere musive che conserva. La buona notizia è che un comitato spontaneo di fedeli desidera preservare queste cappelle e pertanto se qualcuno volesse sostenere queste opere di manutenzione può farlo in modo concreto donando qui (causale Cappella Madonna Angelo).

Nella nostra ricerca abbiamo trovato lo scritto originale di Papas Stefano Plescia, che pubblichiamo integralmente insieme alla preghiera scritta per la Madonna dell'Angelo da Zef Schirò Di Maggio.

Buona lettura


Salvatore Vasotti

visitpiana.com



Mosaico madonna
Mosaico Cappella Madonna dell'Angelo Santo

Cappella Piana degli Albanesi
Nuova Cappella "Madonna dell'Angelo Santo"


La Cappella di "Santa Maria dell'Angelo" di Papas Stefano Plescia

Certo il regno di Dio non consiste affatto in edifici di pietà.

Hanno valore relativo.

Sono, tuttavia, indispensabili alla propagazione della fede e alla difesa del messaggio cristiano.

La strada, al contrario delle chiese poco frequentate nei centri urbani, è percorsa da tutti.

Occorrerebbe fare della strada una chiesa per raggiungere e cogliere il momento per trasmettere il messaggio.

Agli uomini tutti è necessaria una protezione celeste in tutti i luoghi, anche in strada, e in tutte le loro azioni.

Per questo motivo la Cappella sarà un richiamo alla preghiera e alla prudenza.

Nel promuovere l'opera la CARITAS DIOCESANA ha inteso svolgere con umiltà il proprio compito di promozione e di evangelizzazione.

Caritas è apertura e comprensione verso il fratello ma è insieme amore, riconoscenza e fedeltà al Signore.

La costruzione della Cappella in onore della Madonna è un momento di carità ed un richiamo a questo dovere per tutti i passanti per i quali va implorata la protezione del Signore contro i pericoli della strada.

In occasione dell'anno Mariano 1387-1988 si è ritenuto giusto e doveroso accogliere l'invito dei fedeli e offrire collaborazione per la ricostruzione della Cappella, testimonianza concreta di amore alla Madonna, ripristinando quanto i nostri padri avevano con gravi sacrifici costruito in suo onore fin dal 1600.

In località «Stretto», nel territorio del Comune di Piana degli Albanesi (PA), esisteva sin dal 1600 una cappella dedicata alla Madonna Odigitria: «Santa Maria dell'Angelo». Era posta ai bordi della trazzera regia che nei tempi antichi permetteva alla comunità albanese di Piana (Hora1 e Arbereshevet) di comunicare con Palermo2 (Hora e Madhe).



La cappella con l'effigie della Odigitria sorgeva proprio nel posto dove la tradizione popolare vuole che il famoso quadro della Odigitria sia stato ritrovato dagli Arbëresheë dopo che era stato trafugato da ignoti ladri.

La tradizione popolare riferisce che l'Angelo del Signore intervenne sorprendendo i ladri che, terrorizzati, abbandonarono il quadro.

Il territorio sovrastante è detto «territorio dell'Angelo Santo» (Sën Ënxhëlli 3) in memoria e in riconoscenza per il salvataggio compiuto dall'Angelo del Signore.

Il quadro dell'Odigitria è l'icona famosa che i nostri avi portarono come Guida e Protettrice nel loro peregrinare, dopo avere strenuamente difeso la terra patria dall'invasore turco. Gli Arbëreshë per salvare la loro fede e per non soccombere di fronte alla schiacciante superiorità dell'infedele, preferirono staccarsi dai loro beni e incamminarsi per le vie dell'esilio.

Successivamente fu costruita dai Borboni una nuova strada per collegare Piana con Palermo e la vecchia trazzera regia veniva frequentata solo per raggiungere i poderi agresti. Ma la cappella, benché isolata e fuori mano, rimase sempre -per il suo valore storico, religioso e culturale -meta ininterrotta di pellegrinaggio e luogo di preghiera di numerosi fedeli.

Essa stimolava l'impegno a continuare nel tempo e a mantenere vive le tradizioni, i valori storici e culturali dell'etnia albanese.

Nel periodo delle sommosse liberal-garibaldine fu luogo di raccolta e di meditazione per i giovani patrioti. La tradizione vuole che lo stesso Garibaldi si sia fermato nello spiazzo antistante, e che abbia pernottato nel caseggiato accanto alla cappella (Perivoli i Zotit Rush), complice il fatto che ivi accanto si trovava, e si trova tuttora, una abbondante sorgente.

A seguito della realizzazione ( 1984-1985) della strada provinciale n. 116, denominata Circumvallazione di Piana, la maggior parte dell'area della cappella fu occupata dalla nuova strada. Il resto, per esigenze di tracciato stradale, venne a risultare sopraelevata e in curva, con preclusione del suo utilizzo a luogo di culto, sia per la riduzione conseguente dello spiazzo utilizzabile, sia per la estrema condizione di pericolosità in cui si è venuta a trovare a seguito della utilizzazione della strada che in quel punto si snoda in curva con poca visualità.

Al fine di garantire la continuità con la tradizione storico-culturale, la Caritas Diocesana dell'Eparchia di Piana degli Albanesi, sollecitata a tal fine da numerose persone, si è fatta carico di promuovere la ricostruzione della cappella nelle immediate vicinanze, in luogo più sicuro e di facile accesso.



Grazie alla comprensione e collaborazione della Provincia Regionale di Palermo, sono state ultimate le strutture murarie improntate alla caratteristica linea dell'architettura bizantina.

La nuova cappella suscita, alla vista di quanti percorrono la strada verso Piana, curiosità e suggerisce la sensazione di trovarsi in luoghi diversi rispetto al resto della Provincia di Palermo.

Un piccolo lembo di terra bizantina.

In occasione della chirotonia del nuovo Vescovo di Piana degli Albanesi S.E. Mons. Sotir Ferrara, trovandosi a Piana S.E. Rev.ma Stephan Miroslav Marusyn, Segretario della Sacra Congregazione per le Chiese Orientali in Vaticano, S.E. Rev.ma Anarjiro Prindezis, Esarca dei cattolici di rito greco in Grecia, S.E. Rev.ma Nik Prela, Arcivescovo dei cattolici della Kosova(ex Jugoslavia) e numerose altre personalità, sia religiose che civili, tutte hanno espresso plauso e ammirazione per la suggestiva e caratteristica cappella. I cori, inoltre, delle cattedrali bizantine di Bucarest e di Atene, venuti a Palermo in occasione della celebrazione degli ottocento anni della fondazione della cattedrale di Palermo (novembre 1987), vi si sono radunati attorno commossi e nella loro stampa hanno espresso entusiastica ammirazione e giudizi molto lusinghieri, evidenziandone l'armoniosità delle linee.

L'interno della cupola è rivestita di mosaici raffiguranti motivi teologici di spiritualità bizantina che si richiamano ai grandi monumenti di Cefalù, di Monreale, di Ravenna e della Cappella Palatina. L'icona della Madonna, dipinta dal maestro Antonino Mandalà nel 1987, è del tipo Glykophilousa-Eleousa-Misericordiosa. Glykophilousa significa colei che abbraccia dolcemente . Le due figure, la Madre e il Figlio, si abbracciano con espressione di tenera dolcezza e nello stesso tempo esprimono alta spiritualità.



In questo tipo di icona predomina il sentimento. Le guance del Bambino e della Madre si avvicinano, il Bambino spinge l'affetto sino a cingere col braccio il collo della Madre. Il termine Eleousa designa appunto l'atteggiamento amoroso della Madre volto a suscitare la pietà (Eleos), e la misericordia del Figlio verso i fedeli.

Viene così evidenziato il valore della intercessione della Madre a favore dell'umanità e quindi la sua collocazione di Corredentrice dell'umanità.

Gli studiosi dicono che questo tipo di icona è sempre una derivazione dell'Odigitria. Mentre nella Odigitria si sottolinea la divinità del Figlio, che la Madre ci indica e ci offre come Guida, nella Eleousa si evidenzia l'umanità di cui si è voluto rivestire il Figlio di Dio per esercitare la sua fraternità con tutte le creature del Padre.

L'unità tra la Madre e il Figlio è segno di richiamo all'unità tra il Creatore e la creatura.

Va notata la corrispondenza lineare degli occhi fra la Madre e il Figlio, per dimostrare, nella convergenza dello sguardo, la perfetta connessione del Redentore e della Corredentrice in sintonia con la Teologia Mariana, che l'artista professore Antonio Mandalà ha voluto evidenziare.

In essa c'è una espressione di amore, scevra di sentimentalismo, ma ricchissima di intensità e di forza drammatica. Il tutto è serenamente composto e regale.

L'icona, prima di esser collocata nella cappella, è stata richiesta in diverse mostre. Particolarmente rilevante è stata la esposizione nella mostra Millenni di Storia alla luce del sole al festival «Italy on Stage 1988» in Australia dal 5 al 15 ottobre 1988 nell'ambito dei festeggiamenti per il bicentenario dell'Australia.

Nel giardinetto adiacente sorgerà una fontanella per offrire ai viandanti con la gioia del colpo d'occhio piacevole, anche il refrigerio dell'acqua zampillante. Su un cippo è inciso l'invito a chi è sulla strada a percorrere i sentieri della verità e della rettitudine per poter giungere sicuro alla meta, e insieme offre l'augurio di camminare nella gioiosa certezza di realizzare il proprio bene.

La Croce che sormonta il tutto richiama un motivo caro ai cristiani dei primi secoli. È attorniata da una ghirlanda (simbolo della vittoria) per significare che la Croce non ricorda solo la condanna e la morte di Gesù, ma piuttosto il suo trionfo e la vittoria del Bene sul Male.

Papas Stefano Plescia




La preghiera per "Santa Maria dell'Angelo" di Zef Schirò Di Maggio

ALLA MADONNA DI «SANT'ANGELO»

Come vuol l'Angel di Dio,

che fermò la corsa un giorno

de' ladron che tratto avean

quella scelta tua icona,


qui noi oggi T'onoriamo

e con canti Ti lodiamo,

Santa Vergine Maria,

con il Bimbo ch'in sen tieni.


Qui raccolti, temperanti,

ove un'ara a Te alzammo,

noi giuriamo che cristiani

per l'eterno resteremo.


Qui noi oggi ,ecc.


Dall'edicola Tua guarda

il viandante nostro e altrui

che pur se oggidì s'affretta

il Tuo nome non si scorda.


Qui noi oggi ecc.


Dall'edicola Tua dai

al Paese protezione,

ché per sempre e per l'eterno

la progenie nostra duri.


Qui noi oggi ecc.


 

NOTE

  1. Hora (cittadina) è un termine greco. Gli Arbëreshë di Piana con questa voce amano indicare il proprio paese. Hora e madhe (la cittadina grande) è Palermo.

  2. Attualmente si trova all'inizio, ad appena 1 Km. della circonvallazione, Est-Sud-Est, che da Piana degli Albanesi porta alla strada provinciale per Palermo).

  3. Sën Ënxhëlli o Sën Ëngjëlli è il toponimo della contrada dell'Angelo Santo, dove appunto è ubicata la Cappella. La forma letteraria corrispondente è Shën Ëngjëlli come riportato nel testo poetico conclusivo. (N.d.A.)



 




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